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Non solo i metalli ma anche la filiera del legno soffre la fiammata dei prezzi delle materie prime. L'eccesso di domanda da Cina e Stati Uniti ha fatto impennare i prezzi e ridotto la disponibilità di materie prime. Il Dragone cinese e gli USA hanno aumentato le importazioni dall'Europa: i primi perché investono sempre di più nelle costruzioni in legno, mentre in Nord America quest'inverno si sono tagliati meno alberi anche a causa delle abbondanti nevicate.

Sono ben poche le industrie che negli ultimi mesi non hanno avuto problemi con la loro catena di approvvigionamento: dalla scarsità di materia prima ad una impennata dei prezzi. Il legno di importazione europea da inizio anno ha subito rincari del 30% ed analoga situazione vive la produzione di elettrodomestici e componenti per mobili dove la materia prima è cresciuta del 40%.

E’ una crisi di dimensioni mondiali acuita dall’impennata dei costi nel trasporto, in particolare marittimo, e l’allungamento dei tempi di disponibilità di container.

La pandemia ha azzerato la domanda e quindi si è interrotta la produzione spingendo i fornitori a utilizzare gli stock in magazzino. La ripresa produttiva spinta da una forte domanda di materie prime ha incontrato una filiera scarsamente reattiva nel breve-medio periodo.

Le imprese evidenziano anche la difficoltà a reperire MDF e truciolare anche nel settore fieristico perché si stanno preparando i materiali per la riapertura delle fiere in presenza.

Spesso i produttori prospettano già tempi di consegna nell’ordine di 2 o 3 mesi lasciando, fatto veramente grave, indefinito il prezzo di vendita.

I rottami, più di altre materie prime esposte alle fluttuazioni di mercato comprese manovre speculative, con la robusta ripresa del settore da autunno sono stati oggetto una ricerca spasmodica da parte dei produttori.

 

 

La stessa Cina, complici le tensioni con l’Australia sulle origini del COVID-19, ha aumentato le importazioni di rottami di acciaio da utilizzare come materia prima, per ridurre la dipendenza dal minerale di ferro australiano.

Questa situazione, che potrebbe protrarsi per altri 6-12 mesi ed anche ripresentarsi in futuro, deve servire anche per valutare con maggiore attenzione sia i prodotti che le filiere produttive valutando con attenzione la possibilità di riportare le lavorazioni in Europa.

Maggiore importanza va data, alla luce del cammino che l’Europa sta intraprendendo sulla via della transizione verde, alla sostenibilità della filiera del legno sia ristrutturando i processi produttivi, che operando a monte con una gestione forestale sostenibile, filiere corte e soprattutto certificate.

 

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